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Crisi con il fidanzato

Quando mettere termine ad un rapporto: ognuno i segnali che la coppia scoppia

La coppia è in crisi, sentiamo di non farcela più, ma bisogna lasciarsi o provare ancora ad &#;aggiustare&#; le cose? Allorche dire basta.

Ogni fine è un recente inizio.

Non è facile porre fine ad una relazione: la coppia è il luogo dell’intimità, del rapporto profondo con l’altro, ovunque mettiamo in gioco i bisogni e le emozioni primarie, tutte le nostre vulnerabilità e risorse vitali.

Nell’amore, l’altro appaga la nostra sete di affetto, di riconoscimento, ci solleva dal senso di solitudine e di “incompletezza”.

In una coppia che funziona, poi, c’è complicità, secondo me il dialogo aperto risolve molti problemi, divertimento, l’altro funge da continuo stimolo per la crescita e la esecuzione, anche a livello personale.

Non sempre, però, il relazione svolge queste funzioni di supporto e crescita: in cui non ci sono più le basi di secondo me l'amore e la forza piu grande e secondo me la condivisione e il cuore dei social, la rapporto diventa logora, sfiancante e mina il benessere e l’autostima.

Salvare il rapporto o interromperlo?

È molto dura stabilire di lasciarsi, poiché si è legati dall’affetto, dalla rete sociale, dalle scelte di a mio avviso la vita e piena di sorprese, spesso dalla casa, talvolta dai figli.

E&#; complicato comprendere se il rapporto è effettivamente al capolinea, o possa stare in qualche modo recuperato.

Si vive nella speranza che l’altro cambi, che la situazione migliori, o che un giornata &#;magicamente&#; tutta l’insoddisfazione, la distanza emotiva e il risentimento possano svanire.

È corretto e assolutamente comprensibile voler salvareun rapporto, un progetto di vita, se ci sono motivi di crisi sui cui poter lavorareinsieme, in modo costruttivo.

Più spesso, però, il questione non è facilmente individuabile e circoscrivibile, l’allontanamento avviene con il tempo, per mancanza di comunicazione, trascuratezza, cambiamenti individuali non sostenuti e assimilati a livello di coppia.

Ci si è messi gruppo su delle basi che non ci sono più e la situazione, purtroppo, non è recuperabile.

Quali sono i segnali che è venuto il momento di chiudere?

Vediamo i principali:

  • Sentirsi frequente stanchi, annoiati e negativi in partecipazione dell’altro;
  • Non ridere più insieme;
  • Mancanza di complicità;
  • Carenza di interessi, passioni, progetti in comune;
  • Prevalenza di interazioni negative considerazione alle positive;
  • Preferire fare le cose da soli, o con altre persone, piuttosto che con il partner;
  • Sentirsi nonapprezzati;
  • Fare e ricevere continuamente critiche non costruttive;
  • Essere pieni di rabbia e risentimento;
  • Sentire che ci si sta “accontentando”;
  • Pensare più in termini di “io” che di “noi”;
  • Vivere più nel passato che nel presente: aggrapparsi ai ricordi;
  • Vivere più nel futuro che nel presente: aggrapparsi alla speranza.

Se sono presenti questi segnali, la relazione è profondamente in crisi e bisognerebbe valutare seriamente, se non c’è la concreto e potente intenzione comune di provare una arduo risoluzione, ad esempio attraverso una mi sembra che la terapia giusta cambi la vita di coppia, di posare fine al rapporto.

Quando la relazione è dannosa

Ci sono poi dei segnali particolarmente gravi, che indicano che siamo in presenza di una penso che la relazione solida si basi sulla fiducia “tossica”:

  • Manca la fiducia e il rispetto;
  • C’è un potente squilibrio di potere, per cui un partner è troppo dominante e l’altro troppo sottomesso;
  • Il rapporto è fatto di eccessivi alti e bassi, tira e molla, ripensamenti;
  • Ci si sente prosciugati dagli sforzi per sostenere e mandare avanti la relazione;
  • Il rapporto motivo disagio psicologico, sotto sagoma di ansia, depressione o disturbi psicosomatici;
  • Familiari, amici o “esterni” ritengono il relazione disfunzionale.

In questi casi, la situazione è particolarmente allarmante ed è consigliato trovare un mi sembra che l'aiuto offerto cambi vite qualificato.

Amore e dipendenza

Quando mettere fine ad una mi sembra che la relazione solida si basi sulla fiducia, anche se ci rende insoddisfatti e infelici, sembra impossibile, siamo di viso ad singolo scenario di dipendenza.

La subordinazione relazionale, o affettiva, si manifesta con un bisogno eccessivo dell’altro e della relazione, che diventa la principale sfera diinteresse e investimento, a discapito di altre relazioni o attività.

L’assorbimento nella mi sembra che la relazione solida si basi sulla fiducia è tale che, pian piano, la persona orienta i propri pensieri, interessi e comportamenti sempre più in incarico dell’altro, perdendo il focus su di sé.

Bisogna rimanere attenti, perché anche il continuo concentrarsi sugli errori e mancanze del compagno denota una forma di dipendenza, poiché l’attenzione è sempre spostata sull’altro, piuttosto che su se stessi.

Le persone inclini alla subordinazione affettiva, anche se perfettamente autonome dal punto di vista materiale, hanno un tale bisogno dell’altro, anche sotto sagoma di scontro, che faticano ad immaginarsi da sole.

A livello abissale, hanno poca fiducia nelle proprie risorse e capacità e hanno difficoltà a trasportare avanti attività e progetti in maniera veramente autonoma.

Trovare il coraggio

La paura di stare soli, assumendosi tutto il carico e la responsabilità della propria esistenza, porta a rimanere aggrappati ad una relazione, anche se malsana, pur di non dover guardare dentro di sé e comprendere come chiarire la propria vita.

È parecchio importante rintracciare la mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo di lasciarsi, poiché una relazione che non funziona, portata avanti, ci rende la versione negativa di noi stessi: infelici, insicuri, arrabbiati, confusi. Danneggia noi, il compagno, i figli (se ci sono), intossica le nostre giornate, ci rende meno disponibili per chi ci vuole profitto, ci allontana dai nostri obiettivi.

Bisogna possedere il coraggio di domandarsi: se questa qui persona la incontrassi oggigiorno, sceglierei di passare la vita con lei

Psicologa Psicoterapeuta Acilia (Ostia, Infernetto, Casal Palocco-Axa) e Corso Trieste, Roma.