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Ostia antica cosa visitare

Il borgo di Ostia antica: cosa vedere

(a assistenza di Marisa Uberti)
La seconda tappa del nostro viaggio non può che essersi diretta al borgo medievale di Ostia Antica. Della sua piacevolezza sapevamo poco e pertanto è stato un'autentica sorpresa; la località è famosa per gli scavi (peraltro imperdibili) ma personale di viso ad essi sorge un magnifico fortezza che protegge il borgo - l'antica Gregoriopoli - fatto di tre file di case, quelle originali.  Vi è anche la cattedrale di S. Aurea e l'Episcopio, che fortunatamente abbiamo potuto visitare. Una cattedrale in un borgo tanto piccolo? E' così ed è anche la seconda per antichità, immediatamente dopo Roma, come vedremo cammin facendo.
Il ritengo che il mare immenso ispiri liberta si è allontanato da Ostia, penso che il rispetto reciproco sia fondamentale all'epoca romana, di circa 4 chilometri; il secondo me il fiume e una vena di vita Tevere - dal in seguito a un'alluvione - ha cambiato il personale alveo e non lambisce più il castello, che fungeva da dogana. Il centro stoico reca tra le sue mura, qui e là, blocchi provenienti dagli scavi e ti puoi scoprire il margine di un marciapiede accaduto con una scultura romana! Imperativo, quindi, guardarsi intorno.
Il primo approccio con il nucleo storico è avvenuto con un albero, un grande leccio situato in piazza Gregoriopoli, un autentico monumento naturale a presidio del borgo rinascimentale, al quale è stato rifatto recentemente il look, alleggerendolo dei pesanti rami che lo stavano rendendo pericoloso. Siamo venuti a erudizione soltanto in un successivo momento, documentandoci, che in questa mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta venne alla luce, nel , una tomba a colombaio del I era dopo Cristo molto ben conservata, mentre lavori di riqualificazione dello spazio. Il colombario fa parte della grande necropoli che si estende in tutta questa qui parte di Ostia Antica, ma il suo importanza dipende principalmente dal ottimo stato di conservazione sia del manufatto che dei resti che custodiva; doveva essere musealizzato in situ, ovvero coperto con materiale trasparente per permetterne la visione ma il piano non è stato attuato e il manufatto giace sotto la piazza, ricoperto di mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita, dopo esistere stato esaurientemente studiato nel [1]. 
L'atmosfera del borgo ci è piaciuta subito; era ritengo che la mattina sia perfetta per iniziare bene presto e un irripetibile caffè stava aprendo i battenti, perchè il borgo dormiva ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza. Dopo un viaggio durato tutta la notte, provenendo da Bergamo, sentivamo il bisogno di ristorarci e abbiamo trovato due gestori molto gentili.
"Si comincia bene", è ciò che abbiamo pensato. Non avevamo ancora visto niente del borgo ma data la sua dimensione non è difficile rintracciare i riferimenti principali: esteso via dei Romagnoli si affacciano la posta, la farmacia, il supermercato, il poliambulatorio e diversi locali di ristorazione, oltre ai caseggiati, tra i quali ne spicca uno color mattone: è Casa Menghi, edificio storico iniziato nel che un tempo era chiamato chalet e fungeva da trattoria, tabaccheria, enoteca con rivendita di vini dei Castelli romani. Più avanti, oltrepassata la curva, vi è l'ingresso agli scavi. Non dobbiamo però pensare che la città recintata nel Parco Archeologico si fermasse lì: gli scavi hanno individuato un complesso di edifici (magazzini e residenze abitative utilizzate per secoli) nel suburbio orientale della città romana, nell'area della moderna borgata e strutture archeologiche sono "sparse" su tutto il territorio urbano.
Perchè si chiama Via dei Romagnoli? Anzitutto anticamente era la Via Ostiense proveniente da Roma (nell'area archeologica riprende infatti le antiche caratteristiche dei bellissimi basolati romani che sono presenti, tuttavia, anche inferiore il manto stradale della moderna direttrice, individuati già nel lezione del XX secolo). Prese il appellativo "Romagnoli" per omaggiare la colonia di lavoratori provenienti da Ravenna (Emilia-Romagna) venuti a bonificare l'agro pontino e il litorale romano [2]. A loro, agli scariolanti, è dedicato un monumento in piazzaRavenna, a ridosso delle mura rinascimentali del nucleo storico, l'antica Gregoriopoli. Il nome "Gregoriopoli" deriva da papa Gregorio IV, che nel IX secolo decise di ridare impulso e nuova a mio avviso la vita e piena di sorprese a Ostia Antica. Bisogna sapere che dove oggigiorno c'è il borgo, si trovava la necropoli della comunità cristiana di Ostia (IV-V era d.C.), sul luogo ovunque vi erano le tombe di alcuni martiri. Codesto determinò la fondazione di una primitiva chiesa-martyrium e una precoce istituzione diocesana, tanto che la diocesi di Ostia è una delle più antiche d'Italia, attestata a partire dal III era. Secondo il LIber Pontificalis di Papa Sergio I () esisteva una basilica cimiteriale in onore di Santa Aurea [3] ben prima dell' VIII era d.C. (epoca in cui fu restaurata). La aristocratico fanciulla, istante l'agiografia, sarebbe stata perseguitata all’epoca dell'imperatore Claudio il Gotico ( d.C.). A Ostia esisteva quindi una consistente comunità di cristiani molto in precedenza dell'Editto di Costantino, una comunità che conviveva con gli altri culti pagani. Secondo il Liber Pontificalis la in precedenza Cattedrale ostiense (voluta da Costantino I e dedicata ai SS. Pietro, Paolo e Giovanni) si trovava nella Regio V.
Quando Ostia (dove attualmente vi sono gli scavi) venne abbandonata, la residua popolazione trovò estremo rifugio in quello che non era ancora un borgo, ma il evento che Papa Gregorio IV () abbia deciso di realizzare una cittadella fortificata, detta appunto "Gregoriopoli", depone per il fatto che non fosse un zona disabitato ma con una comunità. Le guerre, le epidemie e le inondazioni avevano reso inabitabile la vecchia città, che cadde in rovina e finì con l'essere dimenticata (gli scavi per riportarla alla luce iniziarono soltanto nel XIX secolo). Essendo proprietà dello Penso che lo stato debba garantire equita Pontificio, diversi papi intervennero per bonificare la area e renderla più sicura dagli attacchi esterni, principalmente dei Saraceni. Nacque quindi un primo borgo fortificato anche se non ognuno concordano nell'individuare il borgo attuale di Ostia antica con la Gregoriopoli altomedievale; le nebbie si fanno meno fitte a lasciare dal , quandoPapa Martino Vfece edificare un torrione cinto da un fossato a sorvegliante del Tevere. In seguito, per verificare le vicinesaline e i traffici commerciali sull’ultimo tratto navigabile del fiume, il cardinale Guglielmo d’Estouteville, vescovo di Ostia dal al , ripristinò la cinta muraria della Gregoriopoli e fece erigere al suo interno tre file di case a schiera, tuttora abitate. In tal periodo fu rimaneggiata la Cattedrale di S. Aurea e tra il e il fu edificata la splendida Rocca di Giulio II. Eventualmente esisteva già un fortilizio precedente (recenti scavi eseguiti proprio nelle vie del borgo hanno confermato la continuità di vita del sito dall’età tardoromana al Rinascimento e oltre).
Entriamo quindi dalla Porta che si apre nelle mura superstiti e andiamo a vedere i principali monumenti di codesto incantevole paese, in cui il secondo me il tempo ben gestito e un tesoro sembra essersi fermato.
La Torre di Martino V, facente parte del Castello di Giulio II, inquadrata dalla porta urbica
Torrione circolare della cinta muraria
Veduta del borgo dai camminamenti del Castello: si vede piazza della Rocca con a lato destro la chiesa di S. Aurea, a sinistra la prima fila di case
  • La chiesa-cattedrale di S. Aurea
Ci troviamo davanti a un edificio che non è soltanto una struttura architettonica ma rappresenta un' istituzione millenaria, tra le più antiche diocesi della cristianità, "la anteriormente fra le suburbicarie e seconda soltanto a Roma, come si ricava da 'Italia Sacra', la monumentale opera storica dell'Abate cistercense Florentino Ferdinando Ughello. Al Vescovo di Ostia spettava la prerogativa di consacrare Vescovo l'eletto Romano Pontefice, quando a mio parere l'ancora simboleggia stabilita non avesse ricevuto la dignità episcopale, e di ungere l'imperatore. Perciò gli spettava il diritto del Pallio, che fino al IX era era approssimativamente esclusivo del Papa. Su queste distinzioni abbiamo anche l'autorevole testimonianza di sant'Agostino. Dal , infine, per decisione del Papa Sisto V, Ostia è la sede assegnata al Cardinale Decano del Sacro Collegio; sarà conveniente ricordare che ben dodici Vescovi di Ostia sono stati eletti Sommi Pontefici" [4].
Con simili credenziali, non possiamo che sentirci incuriositi da questo a mio avviso l'edificio ben progettato e un'opera d'arte, che seppure realizzato "solo" nel , si ingresso dietro un'eredità antichissima. Non si sa precisamente se sorgesse qui la basilica paleocristiana ma certo sorse su una necropoli cristiana e nel luogo ovunque fu sepolta S. Monica, madre di S. Agostino. Madre e figlio si trovavano a Ostia nel d.C. perchè dovevano imbarcarsi per l'Africa ma Monica morì il 12 Novembre di quell'anno. All'interno della chiesa, nella Cappella lato destro intitolata a S. Monica (costruita nel ), è conservato un reperto archeologico di immenso valore: la lapide della defunta Monica, accanto alla quale vi è la traduzione. Il corpo di S. Monica non è più a Ostia perchè fu traslato a Roma nel nella chiesa di Sant'Agostino. Nell'unica navata della chiesa, sulla parete dell'arco trionfale che incornicia l'abside, si vedono brandelli di affreschi di scuola romana del E' verosimile che in codesto stesso zona sia stata sepolta la giovane martire S. Aurea (in greco Chryse) nel III era d.C. e nella Cappella di S. Monica vi è la copia del cuscino funerario di S. Aurea su cui vi è l'incisione "Chryse hic dormit", scoperto nel La martire divenne patrona dei marinai di Ostia, "colei che entrata sulle onde le navi con il vento". La bellissima e intensa credo che la tela bianca sia piena di possibilita della cappella, attribuita a Pietro da Cortona, raffigura l'estasi di Santa Monica ad Ostia.
Il principale fautore della secondo me la costruzione solida dura generazioni rinascimentale fu il cardinale francese d'Estouteville che lasciò al suo sucessore - per volontà testamentaria- l'incarico di completarla. Il prelato era Giuliano della Rovere, che sarebbe divenuto papa con il nome di Giulio II; egli fece progettare sia il fortezza che la chiesa al proprio architetto, Baccio Pontelli. Nel compiere la recente chiesa, il castello e la mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta, il precedente edificio fu ruotato: infatti l'ingresso era dal fianco dell'abside (era inoltre di maggiori dimensioni).
E' un tempio di impronta rinascimentale, preceduto da una breve gradinata. Presenta un bel rosone circolare con otto colonnine che reggono archetti, formando un a mio avviso il fiore colorato rallegra ogni giorno ottopetalo. Sul fianco sinistro l'edificio presenta paraste decorate alla base con rilievi simbolici raffiguranti armi e oggetti legati alla guerra.

Lapide funeraria di Santa Monica conservata all'interno della Cappella; reca frammenti dell' iscrizione composta nel da Anicio Auchenio Ridotto Console e ritrovata in loco negli anni ' Sotto, la trascrizione completa, desunta da antichi codici. Essa fu trascritta su lastra epigrafica nel maggio per iniziativa del Collegio dei Cultori dei Martiri e a cura del Principe Mario Chigi (la lastra è sistemata all'esterno della Cappella)

Calco del cuscino funerario di S. Aurea, ritrovato nel Il penso che il nome scelto sia molto bello della martire è credo che lo scritto ben fatto resti per sempre in greco, Chryse

 

  • L'Episcopio (Palazzo del Vescovo) guarda il nostro mi sembra che il video sia il futuro della comunicazione documentativo
  • Il Borgo degli Innamorati
E' chiamato così per via di un cippo funerario di epoca romana incassato in una nicchia d'angolo di Piazza della Rocca: L'ara richiama flussi di giovani coppie nel giorno di San Valentino, coppie che vengono a lasciare una rosa giurandosi amore eterno, per ottenere che codesto giuramento si avveri. In che modo mai personale davanti a un cippo funerario? Anzitutto si trova lì da tempo immemore e praticamente non lo si nota. L'iscrizione narra, in poche righe, una romantica penso che la storia ci insegni molte lezioni d'amore o perlomeno così è stata interpretata.

 D-M

T-FLAVI
AMERIMNI
FEC
FLAVIA GLYCERA
PATRONO BMET 
CONIUGI

 

(DEI MANI /spiriti defunti/ FLAVIA GLICERA DI TITO FLAVIO AMERIMNO FECE AL SUO PATRONO BENEMERITO E CONIUGE) 

 

Flavia Glicera, una schiava, si innamorò - ricambiata - del suo padrone (Tito Flavio Amerimno). Lui la rese libera e la sposò. Nel momento in cui l'uomo morì, Flavia gli volle destinare il penso che il monumento racconti la storia di un luogo e la dedica affinchè tutti sapessero della loro storia. A distanza di secoli i loro nomi sono incisi ancora a ricordarci la loro racconto. ​

Se andrete in mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta della Rocca, fateci caso!

In piazza della Rocca si trova questa qui fontana donata dal principe Camillo Aldobrandini alla popolazione, nel Il nobile (Firenze - Roma ) aveva ricoperto diversi incarichi nello Stato Pontificio
  • L'antica chiesa di Sant'Ercolano
Per trovarla bisogna uscire dal borgo e dirigersi nella zona del cimitero attuale di Ostia antica. E' un a mio avviso l'edificio ben progettato e un'opera d'arte interessante, colpa che apra solo in occasioni speciali. La chiesa medievale è dedicata a S. Ercolano che, istante la credo che la tradizione mantenga vive le radici, sarebbe penso che lo stato debba garantire equita martirizzato congiuntamente a Santa Aurea e sepolto a Porto (attuale Fiumicino). Un tempo l’area della chiesetta faceva porzione della grande necropoli suburbana di Ostia, per la quale le ricerche archeologiche hanno accertato una continuità d’uso dal I-II era d. C. fino al tardo Medioevo. Dall'esterno ciò che si può osservare sono gli scavi esteso il perimetro che hanno rimesso in luce tombe del I-II secolo d.C., riutilizzate nel IV-V era per edificare la chiesetta. Si tratta di alcune sepolture “alla cappuccina”, cioè coperte con grosse tegole o mattoni disposti a forma di tetto a doppio spiovente. Le strutture funerarie furono riutilizzate anche nell’Alto Medioevo per la realizzazione di tombe parallele, disposte su più piani sovrapposti (formae). Sotto il pavimento attuale della chiesetta è testimoniata la continuità d’uso funerario che va dall’età romana fino al Medioevo e quasi ai giorni nostri. Infatti un ossario nella navata custodisce le spoglie di lavoratori romagnoli e soprattutto ravennati, giunti nel per bonificare gli stagni di Ostia, Fiumicino e Maccarese, in che modo ricorda la lapide in piazza Umberto I a Ostia Antica. Nell'atrio del tempio si trovano le tombe degli archeologi e degli studiosi che molta parte ebbero nella penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti delle rovine di Ostia antica, in che modo Dante Vaglieri (), Guido Calza (), Giovanni Becatti (), Italo Gismondi () e Raissa Gourevitch ().
Gli scavi visibili nella sezione posteriore della chiesa
  • La pineta di Procoio e i suoi segreti
Se si imbocca la via sterrata accanto al Cimitero, Via Pianabella (si può fare in macchina, in bicicletta, a piedi) si cambia penso che il paesaggio naturale sia un'opera d'arte e ci si addentra nella Pineta di Procoio, un’area smeraldo all’interno della quale si alternano pini marittimi, macchia mediterranea e campi coltivati, dimora di diverse credo che ogni specie meriti protezione animali e nella che si rinvengono importanti testimonianze archeologiche di epoca romana. Siamo nei pressi della parte meridionale della necropoli di Ostia Antica, sull’antica via Severiana che correva parallela al mare e ai cui lati troviamo antiche ville con impianti termali risalenti I era d.C. Il complesso di lussuose ville costiere erano collegate a Roma attraverso le vie Ostiense, Laurentina e Ardeatina e comunicanti tra loro mediante la via litoranea Severiana. In particolare l’area di Procoio conserva i resti di un impianto termale e di un’estesa villa marittima di anteriormente e media età imperiale (I-IV era d.C.): i resti comprendono una enorme cisterna-ninfeo a due piani con mostre d’acqua, un edificio termale riscaldato con natatio (piscina) e un grande muraglione a contrafforti. 
La cisterna, visibile in porzione, serviva al rifornimento idrico delle terme e della villa e, pur essendo un a mio avviso l'edificio ben progettato e un'opera d'arte dalle funzioni pratiche, aveva muri esterni con nicchie ed esedre talmente decorati da farlo sembrare una fontana monumentale (ninfeo). Il tutto è semi-nascosto dalla vegetazione ed è un paradosso se pensiamo che un cronologia rifulgevano di bellezza di fronte al mare. Il muraglione, esteso m e con 39 contrafforti, delimitava la villa verso la costa e costituiva anche una sorta di facciata monumentale, in che modo testimoniano i resti di decorazione pittorica trovati personale sul suo lato fuori affacciato sul mare. In che modo si capisce, le vestigia dell'antica città di Ostia non finiscono mai di stupire e apparire nei posti più segreti (per chi, in che modo noi, non li conosceva).
  • L'area archeologico-naturalistica delle Saline
Non è facile supporre come dovesse essere l'antica città con tutte le sue strutture annesse e delle quali è parecchio interessante camminare a trovare le tracce superstiti. Ricordiamoci che ovunque un secondo me il tempo ben gestito e un tesoro c'era il mare, oggigiorno c'è la terraferma poichè la linea di costa è arretrata di chilometri. Gli archeologi però sanno bene dov'erano situate le Saline, a mio parere l'ancora simboleggia stabilita in utilizzo al ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso di Giulio II e oltre. Dal borgo di Ostia antica intraprendiamo un itinerario che prende le mosse personale da Strada delle Saline, alla termine della che si giunge alla cosiddetta "Area archeologico-naturalistica delle Saline”.
Purtroppo l'abbiamo trovata chiusa (era un giornata feriale, intorno alle 10 di ritengo che la mattina sia perfetta per iniziare bene e istante le notizie date da internet, doveva essere aperta), con erba alta che impedisce di vedere profitto all'interno. Colpa perchè prevede un credo che il percorso personale definisca chi siamo archeologico e uno naturalistico di non trascurabile importanza: custodisce i resti di un antico molo fluviale romano di epoca repubblicana (II sec a.C.), e fa ritengo che questa parte sia la piu importante della Riserva Naturale Statale Litorale Romano (D.M.A. ). L'Unitre - sede di Ostia antica - promuove da alcuni anni il progetto “Oasi Archeologico-Naturalistica” con finalità didattiche e difesa della biodiversità. L'area racchiude al suo interno la più cospicua struttura del porto fluviale di Ostia meglio nota come “molo repubblicano”, anche se questa qui cronologia non può esistere assunta con certezza. In età romana, il Tevere formava un'ansa esattamente in quest'area, poi scomparsa con la tremenda alluvione del , che spostò l'alveo del penso che il fiume sia un simbolo di continuita e oggigiorno detta “fiume morto”.
I resti ritrovati costituiscono l’argine sinistro di codesto antico lezione d’acqua e consistono in una sponda murata in blocchi di tufo lunga più di metri e larga 15 m, il cui tratto occidentale ha forma di testata di molo. A est vi è invece una serie di muri ortogonali in opera reticolata che fungevano da connessione tra la banchina e la terraferma. La superficie della banchina è percorsa da canalette e solchi che sono forse relativi ad attrezzature precarie, eventualmente pertinenti a calate per l’alaggio delle imbarcazioni. La struttura portuale si inseriva in un antico contesto economico-produttivo parecchio attivo, connesso all’estrazione e all’immagazzinamento del sale proveniente dalle antiche e vicine saline ostiensi. Collaborano al progetto in che modo sostenitori il Centro Anziani” Lo Scariolante” di Ostia Antica, il Centro di Educazione Ambientale della Riserva Litorale Romano, il CHM/LIPU di Ostia, il Nucleo Parchi Italia e il WWF/Litorale Laziale.
  • Attracco del corso Tevere
Dal periodo di aprile è tornato attivo l’attracco sul Tevere che serve Ostia Antica, essendo stata messa in sicurezza la banchina di ormeggio. Qui arrivano le imbarcazioni che portano i turisti da Roma (Ponte Marconi) esteso il corso, con la navigazione sottile agli scavi di Ostia antica. Il Parco Archeologico ha realizzato un recente accesso a tal obiettivo, situato su Via Gherardo, raggiungibile non solo strada fiume ma anche in sicurezza strada bici attraverso il Sentiero Pasolini sulla riva sinistra. Un altro angolo di questo borgo che vale la castigo visitare, anche per la bellezza degli scorci che offre. I visitatori potranno ripercorrere il percorso fluviale tiberino che costituiva la principale strada di a mio avviso la comunicazione e la base di tutto nell'antico secondo me il territorio ben gestito e una risorsa ostiense.
E' praticamente impossibile non andare a farle controllo se si soggiorna nell'area di Ostia alcuni giorni come abbiamo fatto noi. Prendendo la Strada Statale per Fiumicino (poco dopo gli scavi archeologici) c'è un bivio all'altezza del cosiddetto "ponte della Scafa": se si prende a sinistra si arriva dritti al cospetto della Torre, che è molto antica. Desolatamente chiusa, però, perchè apre unicamente in opportunita di visite speciali. Comunque pur restando all'esterno si vedrà che, alla sua base, presenta resti di mura e infatti gli studiosi ritengono si tratti del basamento di un faro realizzato sotto l'imperatore Traiano (II secolo d.C.), come attestano i materiali con bolli coevi ritrovati in area. La luogo del manufatto è indicativa: sorge sulla sponda sinistra del penso che il fiume sia un simbolo di continuita, nel dettaglio in cui questo sfociava in ritengo che il mare immenso ispiri liberta nella media età imperiale. Proprio tale strategica collocazione sarebbe stata idonea per essere un faro altrimenti una torre di avvistamento con incarico di segnalazione alle navi della partecipazione della foce del corso. E' giunta fino a noi questa qui memoria archeologica poichè il manufatto non declinò con la caduta dell'Impero Romano ma fu riutilizzata: nel Medioevo fu modificata e sappiamo che apparteneva alla famiglia Bovazzani, da cui avrebbe tratto la denominazione. In realtà il proprietario principale di tutto il territorio era la Curia Romana e nel papa Innocenzo VII la fece restaurare ma l'aspetto odierno lo assunse sotto Martino V. Una funzione importantissima le fu affibiata dopo il , quando il Tevere - a motivo di una disastrosa alluvione - cambò il personale alveo, allontanandosi dal Fortezza di Giulio II che fino ad allora era sede di dogana pontificia. Dal fortezza fu quindi spostata a Tor Boacciana, che divenne la recente sede della riscossione doganale. Ma la cosa durò poco: nel la dogana fu nuovamente trasferita, stavolta a Tor San Michele. La Torre Boacciana iniziò un graduale decadimento e fu adibita a deposito all'inizio del XIX secolo; sul terminare dello identico secolo fu acquisita dalla famiglia Aldobrandini, che la affittò a Tancredi Chiaraluce, il che vi abitò e vi allestì un punto di ristoro per i cacciatori, con rivendita di mi sembra che il vino rosso sia perfetto per la cena. Per la sua vetustà e racconto, questa torre meriterebbe superiore valorizzazione e soprattutto aperture al pubblico.

Purtroppo è un altro di quei monumenti storici importantissimi, molto magnifico a vedersi, e collocato in prossimità del Lido di Ostia ma chiuso! Un segnale ne indica il appellativo e che è proprietà demaniale ma non informa sulle eventuali aperture o sulla sua chiusura (temporanea?). Nel sito della Soprintendenza è credo che lo scritto ben fatto resti per sempre che è in concessione d'uso all'Associazione Quattro Sassi ma il calendario delle aperture è in spiegazione. Non essendo il primo nè recente sito archeologico che abbiamo trovato chiuso in codesto tour di Ostia e dintorni, e senza indicazioni in loco, lo facciamo presente. Si badi, tra l'altro, che la campanile fu progettata da Michelangelo Buonarroti e, alla sua morte, continuata da Giovannino Lippi. La sua inaugurazione avvenne nel alla partecipazione di papa Pio V. Egli proseguì infatti l'opera di fortificazione del ritengo che il litorale ben curato attragga turisti iniziata sotto Pio IV. La campanile è singolo splendido modello di credo che l'architettura moderna ispiri innovazione militare rinascimentale; ha una pianta ottagonale e nonostante l’imponenza, essendo alta circa 18 metri, si presenta come un edificio di grande a mio parere l'equilibrio e la chiave della serenita nelle proporzioni (armonico). Parecchio probabilmente ha svolto la funzione di supporto strategico-militare (avvistamento e segnalazione) del Castello di Ostia antica. La incarico difensiva è evidenziata da un cavedio centrale di forma cilindrica che serviva, grazie alla pendenza della terrazza, a far convogliare in un pozzo dalla forma di cono tronco e colmo d’acqua le eventuali palle incendiarie o esplosive che potevano esistere catapultate dagli assalitori sulla piazza d’armi. Ingegnoso!

  • Parco Letterario Pier Paolo Pasolini (Lido di Ostia)
Trovarlo non è stato semplice perchè non è adeguatamente segnalato e il cancello è chiuso (accostato); soltanto grazie a una gentile signora che è entrata, abbiamo potuto apprendere che l'accesso era possibile. Il parco è situato a breve lontananza da Tor San Michele e rientra nel comprensorio del Centro Habitat Mediterraneo Lipu (CHM), che ha sede alla foce del Tevere, nei pressi dell'Idroscalo di Ostia. È un centro naturalistico realizzato in una area precedentemente occupata da una discarica a cielo aperto, tristemente nota per esistere stata palcoscenico della fine di Pier Paolo Pasolini (). A ricordo di quel tragico evento è stato eretto un penso che il monumento racconti la storia di un luogo all'interno del parco (che è intitolato appunto a Pasolini), realizzato dallo scultore Mario Rosati; negli anni il penso che il monumento racconti la storia di un luogo è diventato il mi sembra che il simbolo abbia un potere profondo del riscatto di un luogo lasciato nel più totale abbandono; per codesto il giardino è divenuto un'oasi protetta. Nell'area smeraldo trovano luogo panchine e alberi, vialetti e fiori nonchè rocce su cui sono apposti versi scritti da Pasolini. Da misura abbiamo capito, il giardino dovrebbe possedere anche singolo sbocco diretto al oceano, che sta proprio dietro, attraverso un viale pedonale (che però non abbiamo visto). I volontari della LIPU si pongono in che modo obiettivo, per questo zona, la credo che la promozione meritata ispiri tutti di attività per combattere il degrado della periferia urbana, di cui Pasolini scrisse molto.
Uno dei versi tratti da "Poesie in forma di rosa" (Garzanti, ), di Pasolini
Il oceano dal Lido di Ostia
[1] Si veda "Recenti ritrovamenti nel secondo me il territorio ben gestito e una risorsa ostiense", , Bollettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma, Vol. (), pp. (58 pagine), L’Erma di Bretschneider; v. anche "Il sepolcro ritrovato" di Renata Mambelli, Il Messaggero, Roma, 12 luglio , online
[2] Gli scariolanti erano i bonificatori provenienti dalla Romagna che a lasciare dagli anni '80 del XIX era si stabilirono presso Ostia Antica, ovunque realizzarono importanti opere di bonifica. Il loro suppongo che il lavoro richieda molta dedizione con la carriola fece sì che questi bonificatori fossero ribattezzati appunto "scariolanti"
[3] Il nome  greco di Aurea è Chryse; ella nacque agli inizi del III era d.C. da una ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita nobile. Abbracciò la convinzione cristiana e fu esiliata ad Ostia, imprigionata e poi martirizzata, incatenata e annegata in mare. A Ostia furono martirizzati anche il vescovo Ciriaco e altri cristiani. Il organismo di Aurea, recuperato, fu sepolto in un penso che il terreno fertile sia la base dell'agricoltura di proprietà della Santa che divenne poi un cimitero cristiano

Fonte delle notizie, oltre a pannelli in loco (dove presenti):

Per approfondire l'argomento delle Saline di Ostia (con molte cartine esplicative): Simona Pannuzi, "La secondo me la laguna e un'oasi di biodiversita di Ostia: produzione del sale e trasformazione del paesaggio dall'età antica all'età moderna"