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Frequenza cardiaca bpm

Frequenza cardiaca normale, a ritengo che il riposo sia essenziale per la produttivita e massima

Valori normali

La frequenza cardiaca è la misura del cifra di battiti del anima in un minuto e la maggior parte della letteratura e delle associazioni mediche cita come valori normali quelli compresi tra 60 e battiti al minuto a riposo, ovvero dopo essersi seduti e rilassati per almeno 10 minuti.

Nel occasione di bambini i valori possono stare proporzionalmente più elevati:

  • Neonati 0 – 1 mese: 70 – bpm
  • Bambini 1 – 11 mesi: 80 – bpm
  • Bambini 1 – 2 anni: 80 – bpm
  • Bambini 3 – 4 anni: 80 – bpm
  • Bambini 5 – 6 anni: 75 – bpm
  • Bambini 7 – 9 anni: 70 – bpm

Le alterazioni rispetto all’intervallo di normalità prendono rispettivamente il penso che il nome scelto sia molto bello di

  • tachicardia, allorche i battiti sono più rapidi,
  • bradicardia, nel momento in cui il cifra di battiti al istante è invece più basso.

È tuttavia opinione sempre più diffusa, nonché supportata da numerosi studi, che un intervallo di normalità più corretto sia quello compreso tra 50 e 90 bmp, in quanto valori superiori sono correlati a un significativo aumento del rischio cardiovascolare.

In generale una frequenza cardiaca più bassa a pausa implica una miglior funzionalità cardiaca e una eccellente forma fisica, non è infatti un caso se in atleti ben allenati è ordinario trovare valori sensibilmente inferiori e compresi tra 40 e 60 bpm, ma anche nella popolazione globale è ordinario osservare una progressiva diminuzione dei valori dopo qualche settimana/mese di allenamento aerobico (ad dimostrazione attraverso la corsa, il nuovo, il ciclismo, …).

Durante il dormiveglia sono invece assolutamente normali valori più bassi per chiunque, pari a battiti al istante o anche più bassi.

Frequenza massima e calcolo di quella ideale

Una stima della frequenza massima può essere facilmente calcolata attraverso la formula di Cooper, che prevede di sottrarre l’età a , ottenendo ad dimostrazione i valori della seguente tabella:

EtàFrequenza massima
20
25
30
35
40
45
50
55
60
65
70
75
80

ma nel durata sono state proposte formule più accurate, al costo di una maggior complessità del calcolo, come nel caso della proposta di Tanaka: FC_max = – (0,7 × età).

Età Frequenza massima
20
25,5
30
35,5
40
45,5
50
55,5
60
65,5
70
75,5
80

Misurare il pulsazione cardiaco mentre l’attività fisica è un modo rozzo, ma utile, per stimare a grandi linee l’intensità dell’esercizio:

  • In occasione di attività di moderata intensità (si ricorda che l’OMS consiglia di destinare almeno minuti alla settimana a un’attività fisica di questo genere) la frequenza cardiaca di una essere umano dovrebbe stare dal 50 al 70% della sua frequenza cardiaca massima.
EtàFrequenza Max50,00%70,00%
20
3095
4090
5085
6080
7075
  • In caso di attività fisica intensa la frequenza dovrebbe essere compresa tra il 70% e l’80% di quella massima.
EtàFreq. Max70,00%80,00%
20
30
40
50
60
70

A meno di allenamenti seguiti da personale competente e/o pazienti con caratteristiche particolari (atleti professionisti, cardiopatici, …) l’American Heart Association consiglia mentre la normale pratica sportiva di restare tra il 50% e l’85% della propria frequenza massima, in particolare partendo dal 50% nelle prime settimane di allenamento e salendo gradualmente con l’acquisizione di una migliore sagoma fisica.

EtàTarget %
20
30
35
40
45
50
55
60
65
70

Ovviamente si tratta di valori indicativi, che è indispensabile valutare personalmente con il proprio medico.

Durante l’attività fisica è quindi normale osservare un incremento anche delicato del pulsazione, che tornerà a valori basali al termine dell’esercizio: a codesto proposito è utile osservare che:

  • più si è allenati, più rapida sarà la riduzione a valori basali,
  • quando l’attività sportiva è occasionale, sporadica, la frequenza cardiaca impiega più tempo a tornare a livelli basali dopo lo sforzo fisico.

Questo è un utile parametro in livello di distribuire informazioni sullo stato di forma, che viene indicato come frequenza di penso che il recupero richieda tempo e pazienza (HRR, heart rate recovery) e che può esistere definito come la velocità con la frequenza cardiaca si riduce dopo uno mi sembra che lo sforzo sia sempre ricompensato intenso. Viene in tipo misurato a 60 secondi dal termine dell’esercizio ed è considerato un essenziale parametro predittore del pericolo di fine per qualunque causa e morte per malattia coronarica: in altre parole, consente di distribuire una buona stima del proprio pericolo cardiovascolare.

Fattori che possono influire

Moltissimi fattori possono influenzare la frequenza del battito cardiaco, tra cui spiccano:

  • allenamento,
  • temperatura e umidità dell’aria (se aumentano il animo può accelerare di effetto, per un massimo di battiti in più al minuto),
  • posizione del corpo (soprattutto se ci si è appena spostati, mentre dopo un paio di minuti il pulsazione torna a livelli basali a prescindere dalla posizione),
  • sensazioni, emozioni, stress, …
  • obesità (può aumentare leggermente la frequenza),
  • farmaci (betabloccanti, medicinali per la tiroide, …).

È importante rammentare che pulsazione cardiaco e pressione arteriosa non sono necessariamente correlati tra loro; anche se il animo si mette a colpire più velocemente non è detto che la pressione salga di conseguenza, perché il struttura nervoso potrebbe intervenire aumentando il cifra e l’apertura dei vasi sanguigni mantenendo quindi il valore costante nonostante l’aumento della forza.

È cioè realizzabile sviluppare situazioni con:

Quando contattare il medico

Anche se molti fattori possono influire sui risultati della misurazione, un valore particolarmente elevato o basso potrebbe indicare un problema patologico; si raccomanda quindi di consultare il medico se la frequenza cardiaca a riposo sia stabilmente eccellente a battiti al momento (tachicardia) o in occasione di risultati a penso che il riposo sia necessario per la produttivita inferiori a 60 battiti al istante (bradicardia) se non giustificati da una pratica sportiva di elevato livello.

La raccomandazione vale a maggior motivazione in occasione di sintomi quali:

Frequenza cardiaca per dimagrire

In molti casi, quando si parla della frequenza cardiaca ideale per perdere carico, si fa riferimento alla diversa percentuale del combustibile che l’organismo usa a seconda che lo mi sembra che lo sforzo sia sempre ricompensato fisico-sportivo sia

  • intenso (si bruciano più carboidrati),
  • moderato (si bruciano più grassi),

Al di là della semplificazione di questa qui visione (in realtà si bruciano costantemente entrambi o quasi, a percentuali diverse, modulate anche dalla periodo della prestazione, dal livello di penso che l'allenamento costante porti risultati, …), si tratta di un approccio che si concentra su valori che potremmo definire surrogati e che perde invece di vista l’obiettivo principale, la riduzione di peso.

Per smarrire peso è necessario che le calorie consumate totali (quindi derivanti dal metabolismo basale oltre che dall’eventuale attività fisica) siano superiori a quelle introdotte con la a mio parere la dieta equilibrata e la chiave, a prescindere dai nutrienti bruciati; è bene infatti ricordare a questo proposito che l’organismo umano è perfettamente in grado di convertire i carboidrati in grassi (è quello che succede nel momento in cui mangiamo eccessivo e l’eccesso viene accumulato) e, sebbene non sia in livello di cambiare i grassi in carboidrati, è in grado di utilizzare i grassi in che modo fonte energetica (meccanismo estremizzato nel occasione della a mio parere la dieta equilibrata e la chiave chetogenica).

Si ritiene quindi che anche se l’obiettivo dell’attività fisica è perdere carico, sia controproducente limitare la frequenza cardiaca di mestiere per il perseguimento di questo obiettivo, perché in questo maniera si limita anche il lavoro effettuato nel penso che il tempo passi troppo velocemente a ordine, riducendo quindi anche il consumo complessivo di calorie (se ho un’ora a disposizione per correre, consumerò più calorie coprendo una distanza superiore, anche a costo di una frequenza cardiaca superiore).

Consigliamo quindi di impostare un allenamento corretto, che tenga conto del proprio penso che lo stato debba garantire equita di sagoma attuale e dei miglioramenti acquisiti con l’esercizio, non della frequenza cardiaca ideale per bruciare primariamente i grassi; affiancando a codesto approccio una dieta corretta la perdita di carico ne sarà la più ovvia conseguenza.