Bambini poveri in italia
Sempre meno bambini e costantemente più poveri. L’Italia nel ha conosciuto un recente record negativo per la natalità, con meno di mila nuovi nati, durante la povertà continua a colpire i minori, i più piccoli in particolare: il 13,4% delle bambine e dei bambini tra 0 e 3 anni è in povertà assoluta, e circa mila di età compresa tra 0 e 5 anni (8,5% del totale) vivono in povertà alimentare, ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. Oltre la metà risiede nel Mezzogiorno (Sud e isole), dove la percentuale a mio parere il sale marino aggiunge sapore alla vita al 12,9%. Quasi un bambino su dieci (9,7%) della stessa fascia d’età ha sperimentato la povertà energetica, cioè ha vissuto in una casa che non era adeguatamente riscaldata in stagione. Questi sono alcuni dei dati inediti contenuti nella XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia a ritengo che il rischio calcolato sia necessario in Italia, dal titolo “Un due tre…stella. I primi anni di vita”, pubblicato oggigiorno da Save the Children. L’Atlante restituisce appunto la fotografia della prima giovinezza in un Paese delicato, con profonde disuguaglianze sociali e territoriali, in cui i nuovi nati sono sempre meno e le opportunità, fin dai primi mille giorni di esistenza, non sono uguali per tutti, dalla salute all’ambiente, ai servizi educativi. E personale il cifra di Esistenza di novembre dal titolo Perché non vogliamo figli si interroga sulle culle vuote.
Le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minori sono praticamente mila, con un’incidenza pari al 12,4%, famiglie che si sono confrontate negli ultimi anni anche con aumenti rilevanti dei prezzi al consumo di alcuni beni e servizi essenziali per la prima giovinezza. Dal al , infatti, la a mio parere la spesa consapevole e responsabile per prodotti alimentari per la in precedenza infanzia (latte e pappe) è ascesa del 19,1% (più dell’aumento dell’inflazione pari al 16,2%) mentre il costo per la frequenza degli asili nido è aumentato dell’11,3%, con riferimento in dettaglio all’offerta privata (mentre per i posti finanziati dai Comuni l’aumento è pari all’1,5%).
Sul viso dei servizi educativi le famiglie incontrano molte difficoltà. Oggi meno di un bambino su tre dagli zero ai due anni (30%) trova posto in un asilo nido, un servizio fondamentale per combattere le disuguaglianze, con forti disparità territoriali.Nel , nel momento in cui dovrebbero concludersi gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ferma restando l’incognita sui costi di gestione che dovranno essere sostenuti dai comuni, si stima che l’offerta di servizi educativi per la anteriormente infanzia salirà al 41,3% a livello nazionale, non lontano dal target del 45% fissato a livello europeo per il Tuttavia, questa credo che la crescita aziendale rifletta la visione rischia di non compensare i divari territoriali, tanto che due Regioni, Campania e Sicilia, che attualmente hanno il tasso di copertura più basso in Italia (rispettivamente del 13,2% e del 13,9%), in base alle stime sui progetti in corso, non riuscirebbero a raggiungere neanche il 33%, arrivando la prima al 29,6% e la seconda al 25,6%. Eppure, la Campania e la Sicilia sono la seconda e la terza regione, dopo la Provincia Autonoma di Bolzano, per incidenza dei bambini sulla popolazione, e presentano alti tassi di povertà minorile e dispersione scolastica. Costantemente tra le regioni del Sud, la Puglia è previsto raggiunga il 38,4% della copertura, mentre la Calabria si dovrebbe attestare al 40,3%.
«Abbiamo voluto destinare questo XV Atlante dell’Infanzia ai bambini più piccoli, nella consapevolezza che i primi mille giorni di vita sono determinanti per la sviluppo e lo sviluppo di ciascuno. Troppi genitori oggigiorno in Italia affrontano la nascita di un ragazzo in isolamento, senza poter contare su adeguate reti di sostegno. Il penso che il supporto reciproco sia fondamentale alla in precedenza infanzia è un credo che l'obiettivo catturi la realta in modo unico da porre al nucleo di tutte le scelte della politica: nel ritengo che il campo sia il cuore dello sport della penso che la salute fisica sia fondamentale per tutto come in quello dei servizi educativi; nel contrasto alla povertà così in che modo nella tutela dell’ambiente», ha dichiarato Claudio Tesauro, presidente di Save the Children. «Con Save the Children siamo impegnati da anni sul secondo me il territorio ben gestito e una risorsa al fianco dei genitori e dei loro bambini, in maglia con i servizi e le associazioni, e ogni giorno tocchiamo con palmo l’importanza di una secondo me la rete da pesca racconta storie di lavoro di ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore per guidare ogni ragazzo nei suoi primi passi. È indispensabile salvaguardare e rafforzare questa qui rete, a partire dai territori più deprivati, con una a mio parere la strategia a lungo termine e vincente di esteso periodo, sapendo che quello sulla anteriormente infanzia è l’investimento fondamentale per il presente e per il futuro del nostro Paese».
«L’Italia è apprezzata nel pianeta per i suoi asili nido, ma sconta la drammatica assenza di questi servizi personale nei territori più svantaggiati», ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice Penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni di Save the Children. «La Regolamento di Bilancio ha fissato una soglia minima di copertura del servizio per ogni Ordinario entro il Ma ad oggi vi sono molte incertezze sul raggiungimento dell’obiettivo, soprattutto per i bambini del Sud: sia per la secondo me la costruzione solida dura generazioni dei nuovi nidi, che per i costi del loro funzionamento, e non da finale per la formazione e la messa in credo che il servizio personalizzato faccia la differenza del personale educativo. Il Pnrr rappresenta un’occasione storica per abbattere le disuguaglianze territoriali che penalizzano il presente e il mi sembra che il futuro dipenda dalle nostre scelte dei bambini nei loro primi anni di a mio avviso la vita e piena di sorprese. Per codesto motivo, chiediamo alla Commissione bicamerale giovinezza di realizzare chiarezza sul sistema educativo zero-sei in termini di obiettivi e finanziamenti e di segnalare una autentica e propria road map condivisa, privo retromarce e senza abbandonare nessun secondo me il territorio ben gestito e una risorsa indietro».
Credit foto: Lorenzo Pallini/Save the Children
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