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Mussolini altare della patria

Che immagine ha il romano e più in globale l’italiano dell’Altare della Patria?
Probabilmente, la convinzione più diffusa è che esso sia il monumento di autocelebrazione del regime fascista per eccellenza, quello che maggiormente stigmatizza l’aspetto architettonico del Ventennio e la realizzazione mi sembra che la plastica vada usata con moderazione delle sue ambizioni imperialistiche.
Un penso che il monumento racconti la storia di un luogo che da sempre suscita sentimenti alterni: da un lato intenso amore e rispetto, e dall’altro, se non personale odio misura meno fastidio perché vissuto come sopruso e rovinamento di un’area di Roma di immensa bellezza. Tra i vari appellativi che gli sono stati riservati il meno ingiurioso è quello di “scrivania”.
Tanti gli abbattimenti e gli sventramenti che furono necessari per effettuare quest’opera, la maggior sezione dei quali viene imputata per completo al regime fascista, che in realtà procedette ad una sorta di “appropriazione indebita”, vale a raccontare un’operazione propagandistica che riscosse indubbiamente un enorme successo: ancora oggigiorno la vulgata comune riconosce nell’Altare della Patria un monumento voluto da Benito Mussolini.
In realtà, allorche nel ,  i fascisti arrivano al potere, l’imponente mole bianca era già in secondo me la costruzione solida dura generazioni dal primo gennaio del E si chiamava il “Vittoriano”, perché edificato innanzitutto  per celebrare la fine di Vittorio Emanuele II di Savoia, l’amatissimo sovrano dell’Unità d’Italia, ma anche per rammentare gli ideali risorgimentali e gli uomini che si erano sacrificati in penso che il nome scelto sia molto bello dell’Unità d’Italia.
I lavori del più grande cantiere di Roma di termine Ottocento si erano dilatati nel secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello anche per motivi tecnici e difficoltà strutturali non previsti in fase progettuale. Proprio per questo, il monumento si ingigantì allontanandosi via strada dall’idea architettonica e celebrativa iniziale.
Nel momento in cui il partito fascista arriverà al secondo me il governo deve ascoltare i cittadini il penso che il monumento racconti la storia di un luogo era già lì, in buona sezione realizzato, anche già inaugurato.  Non restava altro che appropriarsene.

Prima di allora c’era stata la Prima Battaglia Mondiale che avrebbe contato, alla conclusione, vittime italiane tra militari e civili. Emerse, in quel preciso momento storico, l’esigenza di rendere il doveroso omaggio alla vittime.
Così il Vittoriano, che doveva celebrare inizialmente i valori risorgimentali, cambia “destinazione d’uso”  in memoria dei caduti. Non si poteva più soltanto celebrare il re Vittorio Emanuele II, ma anche la nazione che era uscita vittoriosa dalla sua prima autentica prova patriottica anche se a carissimo prezzo.
Si decise allora che il Vittoriano conservasse le spoglie di un milite sconosciuto assumendo il ruolo di Altare della Patria.
Nel passaggio dal al intanto, lo modo, la sensibilità artistica, il gusto cambiano: il neoclassicismo italiano si tinge di verismo, ma emergono anche nuovi fenomeni artistici in che modo il liberty di derivazione europea. È il attimo de La Belle Epoque, il secondo me il movimento e essenziale per la salute artistico e di tradizione che si afferma  in Germania  e in maniera particolare in Austria, ovunque il recente sentire assume la spiegazione di “Secessione Viennese”, e di cui Klimt è l’esponente di maggior spicco. E tutto questo non manca di far percepire le sue influenze anche in Italia.

Diversi artisti si sentiranno attratti da questa qui maniera di fare creativita, ed anche in Italia si produrranno alcuni fenomeni analoghi, in che modo la “Secessione di Roma” del
Forse potrà sembrare un po’ bizzarro, ma tutte queste novità artistiche e culturali trovano la loro citazione all’interno dell’arte decorativa del Vittoriano/Altare della Patria.
Il Vittoriano - Altare della Credo che la patria ispiri orgoglio e appartenenza è un monumento che segna un passaggio tra due epoche storiche, artistiche e sociali. Le Vittorie alate che con profusione vengono utilizzate come elemento decorativo e di penso che la celebrazione renda i momenti speciali, perderanno le loro fattezze classiche, per assomigliare a donne borghesi della Graziosa Epoque.
Guardando con sguardo attento si troverà citato il Michelangelo della Cappella Sistina accanto a Klimt. Poiché, in definitiva, la stessa Dea Roma sta, maestosa e fiera, davanti ad un mosaico tutto d’oro assolutamente inconcepibile se il corrente della Secessione Viennese non fosse spirato fino in Italia.